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Sommario
Il 2024 è stato un anno storico dal punto di vista elettorale, con oltre due miliardi di persone chiamati alle urne a livello globale. I risultati hanno spesso disatteso i pronostici, anche se la democrazia ha mostrato notevole resilienza. Proiettandoci nel 2025, l’impatto complessivo delle tornate elettorali andrà via via delineandosi con maggiore chiarezza. Uno degli sviluppi più significativi sarà il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca-un punto di svolta cruciale che indubbiamente influenzerà l'economia globale. The Compass 2025, redatto dal nuovo team Group Investment Strategy, presenta una panoramica completa delle nostre previsioni economiche e delle loro principali implicazioni finanziarie. Per il prossimo anno prevediamo l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, un aumento del protezionismo e una crescente intrusività delle politiche industriali. Tale contesto, tuttavia, offrirà anche significative opportunità di cambiamento in positivo. L'Europa, ad esempio, potrebbe finalmente affrontare le sfide relative alla propria esistenza, visto che ha sempre cambiato marcia nei momenti di difficoltà. Le diverse forze che stanno ridefinendo l’economia globale porteranno a dinamiche di crescita e inflazione divergenti tra le due sponde dell’Atlantico. Pertanto, l’allentamento monetario procederà a ritmo diverso negli USA e in eurozona. Le nostre previsioni per il 2025 sono quindi improntate a un cauto ottimismo. Il contesto macroeconomico, caratterizzato da allentamento della politica monetaria e crescita economica positiva, sosterrà la propensione al rischio. Il ciclo di rialzo dei tassi ha reintegrato gli strumenti a disposizione delle banche centrali, creando spazio per misure coraggiose in caso di necessità. Per i rendimenti azionari e obbligazionari del prossimo anno si tratta di una buona notizia, che non si tradurrà però necessariamente in un ‘cessato allarme’ per i mercati globali. Nei prossimi trimestri è probabile che a mostrare il potenziale più elevato saranno le azioni statunitensi, nonostante l'elevata concentrazione del mercato e le valutazioni elevate, ma anche in altre regioni si presenteranno opportunità. Le obbligazioni saranno richieste alla luce del loro carry ancora interessante, in un contesto caratterizzato da tagli dei tassi ampiamente prezzati nei titoli di Stato e in quelli corporate. Speriamo che i nostri approfondimenti vi risultino utili e vi auguriamo un 2025 di successo. Manuela e Fabio
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Deputy Head of Group Investment Strategy and Head of Cross Asset Investment Strategy
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Ogni quattro anni, a ridosso delle elezioni presidenziali statunitensi, il National Intelligence Council (NIC) pubblica il rapporto Global Trends, un coraggioso lavoro di analisi prospettica per aiutare l'amministrazione entrante a immaginare come potrebbe presentarsi il mondo in un orizzonte di vent’anni. L'obiettivo del rapporto non è quello di fare previsioni come se si avesse la sfera di cristallo ma piuttosto di identificare le principali forze strutturali che plasmeranno il futuro. Il presidente eletto Donald Trump riceverà la nuova edizione del rapporto prima del giorno del suo insediamento, il 20 gennaio. Il rapporto esaminerà il mondo nel 2045. Nel 2008, quando Barack Obama diventò presidente, il NIC pubblicò il Global Trends 2025: Un mondo trasformato. Mentre il 2024 volge al termine, riteniamo che valga la pena riflettere su ciò che il NIC aveva previsto due decenni fa per avere un'idea di cosa ci potrebbe riservare il 2025. La previsione centrale era che "il sistema internazionale, così come strutturato dopo la seconda guerra mondiale, sarà pressoché irriconoscibile entro il 2025". L'ordine unipolare guidato dagli Stati Uniti sarebbe stato sostituito da un mondo multipolare: caotico, instabile e incline al conflitto. Il NIC ha avuto ragione sotto diversi aspetti: la Pax Americana si sta sgretolando. Stanno emergendo nuovi centri di potere, i conflitti militari sono in aumento e il mondo si sta dividendo lungo linee geopolitiche. Sembra imminente una seconda guerra fredda. Nel suo primo mandato Trump impresse un’accelerazione ad alcuni dei trend strutturali identificati dal NIC quasi un decennio prima. Voltò le spalle all'ordine liberale globale, abbracciando l'isolazionismo e il protezionismo. In definitiva, il Trump 1.0 fu una presidenza di rottura e discontinuità. Il Trump 2.0 influenzerà indubbiamente il 2025, ma questa volta Trump dovrebbe essere un presidente iscritto nella continuità. Che ci piaccia o no, viviamo già in un mondo ‘trumpiano’, caratterizzato da dilagante protezionismo, politiche industriali ad ampio raggio e tensioni geopolitiche crescenti. Durante il suo secondo mandato è probabile che Trump acceleri alcune di queste dinamiche mediante un esteso transazionalismo e unilateralismo. Tuttavia, rispetto al suo primo mandato, potrebbe anche essere un presidente moderato: questo, almeno, è il nostro auspicio. Il mondo di oggi è molto più pericoloso rispetto al 2016. Con due grandi conflitti in corso, in Ucraina e in Medio Oriente, e i rapporti sempre più tesi con la Cina, c'è meno spazio per errori di valutazione. Il Trump 2.0 sarà probabilmente una presidenza meno inflazionistica di quanto paventato da molti. Bisogna prendere le sue promesse elettorali seriamente, ma non alla lettera. Trump guarda al 2026 (elezioni di metà mandato) piuttosto che al 2028 (elezioni presidenziali). Se adottasse politiche troppo inflazionistiche, probabilmente nel 2026 si troverebbe a pagare il conto, perdendo il Congresso. Dopo alcune decisioni simboliche relative a dazi mirati, immigrazione e tasse nei primi mesi della sua presidenza, per dare seguito alle promesse elettorali, è probabile che cerchi di spostare l'attenzione dalle promesse economiche alle questioni identitarie. Alla luce delle incertezze e dei rischi associati all'agenda economica di Trump, è probabile che la Fed si mostri più cauta di quanto sarebbe stata in caso di vittoria di Kamala Harris. Probabilmente utilizzerà il primo semestre del prossimo anno per abbassare i tassi verso il 4%, quando non ci saranno ancora impatti visibili dalle politiche di Trump. Anche se Banca Centrale Europea e la Bank of England continueranno a muovere i tassi di interesse verso un territorio neutrale, una Fed meno accomodante potrebbe renderle più esitanti. Al pari delle banche centrali, il resto del mondo dovrà adattarsi ai cambiamenti e agli shock innescati dal ritorno di Trump alla Casa Bianca. L'UE dovrà decidere del suo futuro nel 2025: se fare un passo avanti e diventare una vera superpotenza geopolitica, con una strategia coerente a livello industriale e della difesa, oppure proseguire nella sua deriva in un mondo di blocchi contrapposti e di disimpegno degli Stati Uniti. Nel 2008 il NIC aveva giudicato quest'ultimo scenario come più probabile. Inoltre, l’Europa dovrà decidere se portare avanti le sue ambizioni climatiche nonostante un probabile passo indietro da parte dell’amministrazione Trump. Analogamente, la Cina dovrà decidere se aggiornare il proprio modello di crescita, ridimensionando esportazioni e investimenti a favore dei consumi privati. Con Trump alla Casa Bianca, il mondo sarà ancora meno disposto ad assorbire l'eccesso di capacità produttiva della Cina, in particolare per quanto riguarda veicoli elettrici, pannelli solari e batterie, e ciò potrebbe condurre a un'intensificazione delle attuali tensioni commerciali. Il rapporto NIC del 2008 citava appena l'intelligenza artificiale. All’epoca l'intelligenza artificiale era ancora una tecnologia nascente. Nel 2025 l'intelligenza artificiale continuerà a indirizzare i mercati azionari e potrebbe portare a stress di mercato a causa dell'elevata concentrazione dei titoli tecnologici. Data la centralità dei semiconduttori nello sviluppo dell'intelligenza artificiale, l'atteggiamento ambiguo di Trump riguardo alla difesa dello status di Taiwan potrebbe costituire un'altra fonte di volatilità per i titoli tecnologici. Nel suo rapporto del 2008, il NIC ignorò la rivoluzione dello shale oil negli Stati Uniti, che avrebbe rimodellato il mercato petrolifero circa cinque anni dopo. Il rapporto affermava che, entro il 2025, il mondo sarebbe entrato in un'economia post-petrolifera, poiché non si prevedeva che l'offerta tenesse il passo della domanda. In realtà, e nonostante l'aumento della domanda, il mercato petrolifero è in una fase di eccesso di offerta, che potrebbe essere acuita dal sostegno di Trump all'industria petrolifera statunitense. Tuttavia, lo spostamento globale verso l'elettrificazione sta riducendo l’utilizzo del petrolio a favore dei metalli. In caso di escalation delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina (che controlla un'ampia offerta di alcuni metalli chiave), nel 2025 potremmo assistere a un nuovo tipo di shock energetico, incentrato sui metalli anziché sul petrolio. Ciò che il NIC non aveva previsto nel 2008 era la polarizzazione della politica americana. Si tratta di una tendenza che verosimilmente perdurerà oltre il 2025.
Benvenuti nel Trump 2.0
Chief Editor ofThe Compass 2025
Edoardo Campanella
Quale mondo?
Inizio
L’esito delle elezioni presidenziali statunitensi accresce la già elevata incertezza geopolitica. L’imposizione di ulteriori dazi rischia di inasprire le tensioni tra Stati Uniti e Cina e penalizzare il settore manifatturiero globale, frenando gli scambi, peggiorando il sentiment e offuscando le prospettive per gli investimenti. Prevediamo che la crescita del PIL globale si stabilizzi appena sopra il 3% nei prossimi due anni, con rischi prevalentemente orientati al ribasso.
Con l’insediamento del Presidente Donald Trump alla Casa Bianca, le prospettive economiche degli Stati Uniti saranno influenzate dall’attuazione delle sue promesse elettorali, soprattutto in termini di maggiori dazi, di una politica fiscale più espansiva ed un approccio più restrittivo all’immigrazione. In un contesto di elevata incertezza, prevediamo una crescita leggermente superiore al trend nei prossimi due anni, con inflazione che rimarrà probabilmente sopra target.
Le tensioni commerciali penalizzeranno probabilmente le prospettive dell’esportazioni della Cina, mettendo in luce la debolezza della sua domanda interna. Prevediamo che la decelerazione dell’attività economica continui nel 2025 e nel 2026. Sarebbero necessarie misure coraggiose di rilancio dei consumi per risollevare la fiducia delle famiglie ai minimi storici, ma è difficile che ciò avvenga in tempi brevi.
È probabile che l’Eurozona resti intrappolata in un contesto di bassa crescita, continuando a sottoperformare significativamente gli Stati Uniti in termini di attività economica. Mentre il commercio estero e la politica fiscale rappresenteranno un freno alla crescita economica, si prevede che la normalizzazione della politica monetaria ed un aumento della spesa per consumi sosterranno l’attività economica. La ripresa economica probabilmente guadagnerà terreno nel corso del 2026.
La crescita nei paesi dell’UE-CEE è attesa in accelerazione. L’allentamento monetario ed una maggiore disponibilità di fondi europei sosterranno la domanda interna, mentre la politica fiscale restrittiva e la debolezza della domanda estera rappresenteranno un freno all’attività economica. L’inflazione probabilmente convergerà verso target entro la fine del 2026.
GLOBALe
stati uniti
CINA
EUROZONA
UE-CEE
POLITICA MONETARIA
Da parte delle principali banche centrali proseguirà una politica di allentamento monetario, anche se l’entità dei tagli dei tassi varierà a seconda delle specifiche condizioni di crescita ed inflazione. L’esito delle elezioni presidenziali statunitensi ha probabilmente ridotto lo spazio per un allentamento monetario da parte della Fed, aumentando, al tempo stesso, la pressione sulle banche centrali dei paesi con forte base manifatturiera a procedere verso una politica monetaria più accomodante.
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Source: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy
MONETARY POLICY RATE EXPECTED IN THE NEXT 12 MONTHS
Source: XXXXXXX
GOVERNMENT BONDS CHART 2
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Fonte: PIIE, UniCredit Group Investment StrategyPeriodo di osservazione: 2018-2023
NUOVI DAZI IN CANTIERE USA-Cina: aliquote sui dazi reciproche e verso il resto del mondo, %
Source: XXXXXX
FX CHART 2
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Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: febbraio 2013-febbraio 2024
I DAZI PORTANO ALLA DIVERSIONE DEGLI SCAMBI Importazioni di soia cinesi (mn/tonnellate, 12M cumulati)
Fonte: BLS, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: luglio 1992-luglio 2024
I CONSUMATORI CINESI SONO PESSIMISTI
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Fonte: Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: 1999-2026
AMPIO DIVARIO DI CRESCITA TRA STATI UNITI ED EUROZONA Crescita annuale del PIL, %
Fonte: Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: 2023
GLI STATI UNITI SONO IL PRINCIPALE MERCATO DI ESPORTAZIONE DI EUROZONA (% delle esportazioni di beni extra-Eurozona)
Source: XXXXXXXX
FX CHART 1
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: dicembre 2022-dicembre 2026
L’ALLENTAMENTO MONETARIO PROSEGUIRÀ NELLA MAGGIOR PARTE DELLE GIURISDIZIONI Tassi di politica monetaria, %
Source: PIIE, UniCredit Group Investment StrategyObservation period: 2018-2023
FRESH TARIFFS ARE IN THE PIPELINE US-China tariff rates toward each other and rest of world, %
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Source: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Observation period: Feb 2013-Feb 2024
TARIFFS LEAD TO TRADE DIVERSION China’s soybean imports (mn/tons, 12M cumulated)
Source: NBS, UniCredit Group Investment StrategyObservation period: Jul 1992-Jul 2024
CHINESE CONSUMERS ARE PESSIMISTIC
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Source: Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy Observation period: 1999-2026
A WIDE GROWTH GAP BETWEEN THE US AND THE EUROZONE Annual GDP GROWTH, %
Source: Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy Observation period: 2023
THE US IS THE EUROZONE’S MAIN EXPORT MARKET % of extra-eurozone exports, goods
Source: Bloomberg, UniCredit Group Investment StrategyObservation period: Dec 2022-Dec 2026
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COMMODITIES CHART 1
SHINY PERFORMANCE OF GOLD THIS YEAR
I rendimenti decennali rimarranno probabilmente stabili negli Stati Uniti e in eurozona, dal momento che i tagli dei tassi sono già scontati e a causa dell’intensa attività d’emissione prevista per l’anno prossimo. Ci aspettiamo una performance positiva da parte dei titoli di Stato, soprattutto grazie alle alte cedole. Tra le obbligazioni governative europee, preferiamo i BTP agli OAT, i quali rimangono sensibili agli sviluppi politici in Francia.
TITOLI DI STATO
Le obbligazioni societarie hanno un potenziale interessante, supportate da uno scenario economico favorevole e da una prudente gestione di cassa. Anche le obbligazioni bancarie sono destinate a performare bene e vediamo delle opportunità d’investimento tra le società con rating più basso. Le obbligazioni ESG sono allettanti visto che non scambiano più a premio rispetto ai titoli convenzionali.
AZIONARIO
Ci aspettiamo un altro anno di performance convincenti per l’azionario, dal momento che il contesto economico positivo supporterà la crescita degli utili. Le azioni americane sono destinate a salire più delle altre grazie alle migliori prospettive economiche e al programma di Trump (deregolamentazione e tasse aziendali). Le valutazioni elevate e la concentrazione di mercato non costituiscono motivo di preoccupazione. Preferiamo settori difensivi per ora, mentre i ciclici potrebbero emergere in un secondo momento.
MATERIE PRIME
MERCATO DEI CAMBI
Le materie prime non si muoveranno all’unisono. Nel nostro scenario di base, il petrolio e il gas dovrebbero rimanere ai loro livelli attuali. Un ulteriore aggravarsi delle tensioni geopolitiche influenzerebbe probabilmente l’offerta, portando ad un aumento dei loro prezzi. Il potenziale di rialzo per l’oro è limitato, vista la performance stellare di quest’anno, mentre i metalli industriali potrebbero recuperare grazie ad un miglioramento della domanda.
Per il mercato dei cambi, le politiche di Trump dovrebbero favorire un ulteriore apprezzamento del dollaro americano contro l’euro e la sterlina, che sono condizionati da una crescita economica più debole. Una politica monetaria più restrittiva da parte della Banca del Giappone potrebbe portare ad un moderato recupero dello yen. Nel medio/lungo termine è improbabile che il tentativo dei Paesi BRICS+ di trovare un’alternativa al dollaro o le innovazioni tecnologiche possano insidiare il dominio della valuta americana nel sistema monetario internazionale.
OBBLIGAZIONI SOCIETARIE
POLICY RATES AND THEIR IMPACT ON LONGER-DATED YIELDS
BTP OUTPERFORMANCE VS. OATS
CORPORATE BONDS CHART 1
CREDIT CYCLE INDICATOR EUROPE
STOCKS CHART 2
STRONG US EARNINGS GROWTH TO CONTINUE
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment StrategyDati settimanali dal 15 novembre 2019 al 15 novembre 2024.
TASSI UFFICIALI E LORO IMPATTO SUI RENDIMENTI A PIÙ LUNGO TERMINE
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati settimanali dal 20 novembre 2004 al 15 novembre 2024.
SOVRAPERFORMANCE BTP VS. OAT Differenziale tra decennale BTP e OAT
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati mensili da dicembre 2004 a settembre 2024.
CICLO DEL CREDITO IN RIPRESA PER SOSTENERE IL CREDITO DI EUROZONA
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati annuali dal 2020 al 2024.
Obbligazioni ESG in circolazione a livello mondiale Obbligazioni ESG nel mondo (USD bn)
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati giornalieri dal 1 gennaio 2019 al 15 novembre 2024.
NEGLI STATI UNITI PROSEGUIRÀ UNA SOLIDA CRESCITA DEGLI UTILI Stima a 12 mesi degli EPS
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati giornalieri dal 1 gennaio 2018 al 15 novembre 2024.
LE VALUTAZIONI STATUNITENSI SONO ELEVATE MA NON ECCESSIVE Rapporto P/E
Fonte: Agenzia Internazionale dell’Energia, UniCredit Group Investment StrategyDati trimestrali dal 1 trimestre 2021 al 4 trimestre 2025.
MERCATO PETROLIFERO IN SITUAZIONE DI ECCESSO DI CAPACITÀ mb/d
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati giornalieri dal 4 gennaio 2006 al 15 novembre 2024.
LA BRILLANTE PERFORMANCE DELL’ORO QUEST’ANNO
UN AMPIO SPREAD TREASURY-BUND DOVREBBE TENERE SOTTO CONTROLLO IL CAMBIO EUR-USD
*La somma dei cambi è del 200%. Fonte: Bloomberg, Banca dei Regolamenti Internazionali, FMI, SWIFT e UniCredit Group Investment StrategyPeriodo di osservazione: 2023-2024
IL DOLLARO USA NON HA RIVALI AL MOMENTO
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No. Secondo noi, l’intelligenza artificiale non è né una bolla né una moda di breve termine. È destinata a perdurare. L’IA è una tecnologia innovativa con un’ampia gamma di applicazioni e l’abilità di aumentare l’efficienza dei processi attuali e rendere le aziende più profittevoli. L’IA potrebbe, quindi, portare ad un aumento degli utili per l’intero mercato azionario nel prossimo decennio. I dati mostrano che la crescita degli utili delle società che già la adoperano è eccellente: per le 5 più grandi aziende americane legate all’IA gli utili sono cresciuti del 375% dal 2018 (in confronto all’80% dello S&P 500), e le stime indicano un ulteriore aumento del 45% nei prossimi 12 mesi. Data la centralità dei semiconduttori nello sviluppo dell’IA, l’ambiguità di Trump sul futuro di Taiwan potrebbe essere una causa di volatilità per le azioni tecnologiche, com’è accaduto la scorsa estate quando ha sminuito l’importanza strategica dell’isola dicendo: Taiwan sta a 9500 miglia da noi e 68 dalla Cina.
Si tratta di una bolla IA?
AI large-cap index is well supported by underlying earnings growth
POLITICA DI BILANCIO
SETTORE AUTOMOBILISTICO
IA
Guidato da profondi cambiamenti tecnologici, il settore mondiale automobilistico sta attraversando la sua più importante trasformazione di sempre. Le aziende cinesi hanno preso il sopravvento, soprattutto nella produzione di veicoli elettrici, mentre le società storiche europee hanno perso terreno. Ci aspettiamo che il settore automobilistico europeo rimanga debole, dal momento che dovrà affrontare sfide strutturali come la necessità di ridurre i costi di produzione e di tenersi aggiornati in termini di software e connettività. Ci sono, tuttavia, anche dei barlumi di speranza visto che l’impatto negativo del possibile aumento dei dazi statunitensi verrà smorzato dal fatto che diverse aziende tedesche hanno delle sedi negli USA e possono produrre e vendere i loro beni direttamente lì. Oltre il 2025-26, le nostre aspettative per il settore automobilistico europee sono positive, dal momento che la corsa tecnologica nel mercato dell’auto non sarà finita ma appena cominciata. Le nuove trasformazioni tecnologiche, come l’evoluzione della tecnologia delle batterie e l’ascesa dei veicoli autonomi sono in arrivo e decreteranno vincitori e vinti.
Settore automobilistico
Source: BNEF, UniCredit Group Investment Strategy
Chinese car producers in the passing lane Global passenger EV sales (in mn), by market/region of automaker headquarter
Le promesse elettorali di Trump di ulteriore stimolo fiscale rischiano di accentuare la divergenza tra la politica fiscale statunitense e quella dell’Eurozona osservata negli ultimi anni, facendo aumentare ulteriormente il rapporto debito/Pil degli Stati Uniti rispetto agli attuali livelli record. Questo è più probabile in quanto le nuove regole fiscali limiteranno lo spazio di manovra dell’Eurozona, richiedendo ai paesi altamente indebitati di implementare politiche fiscali restrittive nel corso della prossima decade. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca il prossimo anno potrebbe spingere i membri dell’Eurozona a riconsiderare le loro politiche di spesa, espcialmente in merito alla difesa, ma questa potrebbe non essere la soluzione per risolvere le massicce esigenze di investimento che stanno affrontando. Questa posizione fiscale contrastante probabilmente aumenterà anche la divergenza a breve termine relativa al tasso di interesse reale neutrale, o r-star, tra gli Stati Uniti e l’Eurozona, con implicazioni sul tasso sui federal-funds e sui differenziali di tasso. La Fed procederà con maggiore cautela nei tagli dei tassi, cercando di evitare di compromettere la crescita economica con un atteggiamento eccessivamente restrittivo (soprattutto se le aspettative di inflazione si muovessero verso l’alto). Per i mercati, gli elevati disavanzi statunitensi creeranno il rischio di repricing dei premi a termine, che si tradurrebbe in una curva più ripida. Inoltre prevediamo episodi di volatilità negli Stati Uniti rispetto all’Eurozona.
Politica di bilancio molto più espansiva negli Stati Uniti rispetto all’Eurozona – perché potrebbe essere importante per i mercati
Note: CBO public debt figures refer only to gross federal debt held by the public, excluding debt held by federal trust funds and other government accounts. Source: Congressional Budget Office, Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy, observation period: 1999-2026
US PUBLIC DEBT IS AT RECORD-HIGH LEVELS debito pubblico (% of PIL)
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: 1 gennaio 2019-15 novembre 2024
L’INDICE AI LARGE CAP È BEN SUPPORTATO DALLA CRESCITA DEGLI UTILI SOTTOSTANTI
Fonte: BNEF, Bundesbank, UniCredit Group Investment Strategy
GRAFICO 5.2: PRODUTTORI CINESI DI AUTO IN CORSIA DI SORPASSO Vendite globali di elettroveicoli (in mn), per mercato/regione della sede delle case automobilistiche
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Nota: I dati sul debito pubblico del CBO si riferiscono al solo debito federale lordo detenuto dal pubblico, escluso il debito detenuto da fondi fiduciari federali e altri conti governativi. Fonte: Ufficio di Bilancio del Congresso (CBO), Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: 1999-2026
DEBITO PUBBLICO DEGLI STATI UNITI A LIVELLI RECORD Debito pubblico (% of PIL)
Vediamo il 2025 con cauto ottimismo. Una dose di prudenza è comunque necessaria dal momento che diversi elementi rendono le prospettive di mercato ancora incerte. Il ciclo economico ci incoraggia a rimanere selettivi e prudenti nei nostri investimenti, seguendo strategie che mirano alla stabilità dei portafogli. Siamo anche pronti a sfruttare speciali opportunità che potrebbero presentarsi qualora la volatilità di mercato porti a quotazioni eccessivamente alte o basse. Visto che il contesto macroeconomico è destinato a rimanere positivo nei prossimi trimestri per i titoli più rischiosi, confermiamo il nostro giudizio positivo sui mercati azionari globali. La performance delle obbligazioni sarà guidata prevalentemente dalle alte cedole. Il minor rischio inflazionistico e le aspettative di ulteriori tagli dei tassi dovrebbero fornire un ulteriore supporto al mercato del reddito fisso.
asset allocation Our investment view on asset classes
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1 Developed Markets (Australia, Japan, Hong Kong, New Zealand, Singapore)
1 Mercati sviluppati (Australia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Singapore)
asset allocation IL NOSTRO POSIZIONAMENTO PER LE PRINCIPALI CLASSI DI INVESTIMENTO
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