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Gentile cliente, Siamo lieti di condividere The Compass 2026, la nostra pubblicazione annuale di punta che guarda all’economia globale e ai mercati finanziari da una chiara prospettiva europea. Trump 2.0 si è rivelato più turbolento e dirompente di quanto molti immaginassero solo un anno fa. Il vecchio ordine globale si sta sgretolando mentre quello nuovo rimane indefinito. Possiamo intravederne alcuni contorni: uno stato più interventista, interessi nazionali che prevalgono sulle regole globali e un’America più ripiegata su se stessa. Nonostante una crescita globale resiliente nel 2025 e una forte performance del mercato azionario alimentata dal boom dell'IA, l'incertezza persiste. L'entusiasmo per il potenziale trasformativo dell'IA è stato mitigato dalle preoccupazioni per una Pax Americana in declino. Il dollaro statunitense si è indebolito di circa il 10% nei confronti principali valute, mentre l'oro è salito a massimi storici. Guardando al 2026, il prossimo anno probabilmente non porterà grandi cambiamenti. L'IA rimarrà la narrativa dominante del mercato, mentre le politiche imprevedibili del presidente Donald Trump continueranno a generare volatilità su commercio, politica fiscale, sicurezza e immigrazione. La potenziale politicizzazione della Fed è tra le nostre principali preoccupazioni. In questo contesto, agilità e diversificazione sono essenziali per gli investitori. Le valutazioni rimangono elevate, lasciando poco margine di tolleranza per dati deludenti e rafforzando l'importanza di un posizionamento selettivo e della gestione del rischio. La invitiamo a esplorare la nostra seconda edizione di The Compass, in cui esaminiamo in profondità questi temi e ne illustriamo le implicazioni per gli investitori. Le auguriamo il meglio per il prossimo anno! Manuela e Fabio
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comunicazione di marketing Questa pubblicazione/video costituisce una comunicazione di marketing di UniCredit S.p.A., UniCredit Bank Austria AG, Schoellerbank AG e UniCredit Bank GmbH (d'ora in poi denominata congiuntamente il "Gruppo UniCredit"), è indirizzata al pubblico generale ed è fornita gratuitamente solo per informazione informativa. Non costituisce un'attività di raccomandazione o consulenza sugli investimenti da parte del UniCredit Group o, ancor meno, un'offerta al pubblico di alcun tipo né un invito all'acquisto o alla vendita di titoli. Le informazioni qui contenute non costituiscono una ricerca sugli investimenti o un'analisi finanziaria poiché, oltre alla mancanza di contenuti, non sono state preparate in conformità con i requisiti legali volti a promuovere l'indipendenza della ricerca sugli investimenti e non sono soggette a alcun divieto di operare prima della diffusione della ricerca sugli investimenti. UniCredit Group, incluse tutte le sue società del gruppo, può avere un interesse specifico in relazione agli emittenti, agli strumenti finanziari o alle transazioni qui descritte. Le relative dichiarazioni di interessi e posizioni detenute da UniCredit Group sono disponibili su: https://www.the-investment-institute.unicredit.eu/en/conflictsofinterest-positiondisclosures. Qualsiasi stima e/o valutazione contenuta in questa pubblicazione rappresenta l'opinione indipendente del UniCredit Group e, come tutte le informazioni in essa contenute, è fornita in buona fede sulla base dei dati disponibili alla data di pubblicazione, trattenuti da fonti affidabili, ma con valore puramente indicativo e soggette a modifiche in qualsiasi momento dopo la pubblicazione, sulla completezza, correttezza e veridicità di cui il Gruppo UniCredit non garantisce né si assume alcuna responsabilità. Le parti interessate devono quindi condurre le proprie valutazioni degli investimenti in modo completamente autonomo e indipendente, basandosi esclusivamente sulle proprie considerazioni delle condizioni di mercato e delle informazioni disponibili nel loro complesso, anche in linea con il loro profilo di rischio e la loro situazione economica. L'investimento comporta rischi. Prima di qualsiasi transazione con strumenti finanziari, si prega di consultare i documenti di offerta pertinenti. Va inoltre notato che: 1. Le informazioni relative alle performance passate di uno strumento finanziario, indice o servizio di investimento non indicano risultati futuri.2. Se l'investimento è denominato in una valuta diversa da quella dell'investitore, il valore dell'investimento può fluttuare fortemente in base alle variazioni dei tassi di cambio e avere un effetto indesiderato sulla redditività dell'investimento.3. Gli investimenti che offrono alti rendimenti possono subire significative fluttuazioni di prezzo a seguito di qualsiasi declassamento dell'affidabilità creditizia. In caso di fallimento dell'emittente, l'investitore può perdere l'intero capitale.4. Gli investimenti ad alta volatilità possono essere soggetti a cali improvvisi e significativi di valore, generando perdite significative al momento della vendita fino all'intero capitale investito.5. In presenza di eventi straordinari, può essere difficile per l'investitore vendere o liquidare determinati investimenti o ottenere informazioni affidabili sul loro valore.6. Se le informazioni si riferiscono a un trattamento fiscale specifico, va notato che il trattamento fiscale dipende dalla situazione individuale del cliente e potrebbe essere soggetto a modifiche in futuro.7. Se le informazioni si riferiscono a risultati futuri, va notato che non costituiscono un indicatore affidabile di tali risultati.8. La diversificazione non garantisce un profitto né protegge da perdite. Il Gruppo UniCredit non può in alcun modo essere ritenuto responsabile per fatti e/o danni che possano derivare dall'uso di questo documento, inclusi, ma non limitati a, danni dovuti a perdite, guadagni persi o risparmi non realizzati. Il contenuto della pubblicazione – inclusi dati, notizie, informazioni, immagini, grafica, disegni, marchi e nomi di dominio – è di proprietà dell'UniCredit Group, salvo diversa indicazione, coperto dal copyright e dalla legge sulla proprietà industriale. Non viene concessa alcuna licenza o diritto d'uso e pertanto non è consentito riprodurne i contenuti, in tutto o in parte, su alcun supporto, copiarli, pubblicarli e utilizzarli per scopi commerciali senza una preventiva autorizzazione scritta da parte di UniCredit Group, salvo scopi esclusivi di uso personale. Le informazioni e i dati contenuti in questo documento sono aggiornati al 25 novembre 2025.
Chair of The Investment Institute by UniCredit
Manuela D’Onofrio
Co-Chair of The Investment Institute by UniCredit
Fabio Petti
Il 2024 è stato un anno storico dal punto di vista elettorale, con oltre due miliardi di persone chiamati alle urne a livello globale. I risultati hanno spesso disatteso i pronostici, anche se la democrazia ha mostrato notevole resilienza. Proiettandoci nel 2025, l’impatto complessivo delle tornate elettorali andrà via via delineandosi con maggiore chiarezza. Uno degli sviluppi più significativi sarà il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca-un punto di svolta cruciale che indubbiamente influenzerà l'economia globale. The Compass 2025, redatto dal nuovo team Group Investment Strategy, presenta una panoramica completa delle nostre previsioni economiche e delle loro principali implicazioni finanziarie. Per il prossimo anno prevediamo l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, un aumento del protezionismo e una crescente intrusività delle politiche industriali. Tale contesto, tuttavia, offrirà anche significative opportunità di cambiamento in positivo. L'Europa, ad esempio, potrebbe finalmente affrontare le sfide relative alla propria esistenza, visto che ha sempre cambiato marcia nei momenti di difficoltà. Le diverse forze che stanno ridefinendo l’economia globale porteranno a dinamiche di crescita e inflazione divergenti tra le due sponde dell’Atlantico. Pertanto, l’allentamento monetario procederà a ritmo diverso negli USA e in eurozona. Le nostre previsioni per il 2025 sono quindi improntate a un cauto ottimismo. Il contesto macroeconomico, caratterizzato da allentamento della politica monetaria e crescita economica positiva, sosterrà la propensione al rischio. Il ciclo di rialzo dei tassi ha reintegrato gli strumenti a disposizione delle banche centrali, creando spazio per misure coraggiose in caso di necessità. Per i rendimenti azionari e obbligazionari del prossimo anno si tratta di una buona notizia, che non si tradurrà però necessariamente in un ‘cessato allarme’ per i mercati globali. Nei prossimi trimestri è probabile che a mostrare il potenziale più elevato saranno le azioni statunitensi, nonostante l'elevata concentrazione del mercato e le valutazioni elevate, ma anche in altre regioni si presenteranno opportunità. Le obbligazioni saranno richieste alla luce del loro carry ancora interessante, in un contesto caratterizzato da tagli dei tassi ampiamente prezzati nei titoli di Stato e in quelli corporate. Speriamo che i nostri approfondimenti vi risultino utili e vi auguriamo un 2025 di successo. Manuela e Fabio
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In sismologia, un grande terremoto è solitamente seguito da scosse di assestamento – ossia scosse minori che possono verificarsi per un certo periodo mentre la crosta terrestre si adatta. Se il 2025 ha visto il terremoto del secondo mandato di Trump, il 2026 vedrà il post-shock. L’economia globale sarà probabilmente sottoposta a nuove scosse, ma l’entità dello shock sarà più contenuta di quanto abbiamo sperimentato quest'anno. Trump ha ancora molti modi per scuotere i mercati – e non esiterà ad agire se vedesse un vantaggio politico, per quanto miope questo possa rivelarsi. Del resto, da quando è tornato alla Casa Bianca, Trump ha aperto così tanti fronti e in maniera così netta che qualsiasi mossa futura sarà probabilmente incrementale piuttosto che radicale. Vincoli politici Con le elezioni di metà mandato alle porte, Trump agirà probabilmente con cautela per non destabilizzare l’economia con mosse dirompenti. A fronte del calo di popolarità, Trump sta cercando di affrontare “la crisi del caro vita”, riconsiderando i dazi sui prodotti alimentari e redistribuendo parte delle entrate tariffarie a tutti i cittadini, con esclusione dei contribuenti appartenenti alle fasce di reddito più elevate. Allo stesso modo, molte decisioni politiche prese nel 2025 limiteranno il suo spazio di manovra il prossimo anno. Con il deficit di bilancio federale superiore al 6% del PIL, non c’è spazio per un altro disegno di legge simile al One Big Beautiful Bill. Il prossimo anno vedrà materializzarsi l’impatto completo delle misure fiscali approvate prima dell’estate. Nel frattempo, licenziamenti e congelamenti delle assunzioni hanno lasciato le agenzie federali a corto di personale, limitando così lo spazio per tagli ulteriori. Un altro “Giorno della Liberazione” di aumenti tariffari globali è inverosimile. Gli Stati Uniti stanno ancora affrontando l’impatto del primo round di dazi reciproci. È più probabile che Trump riveda specifici accordi commerciali firmati di recente e minacci misure protezionistiche contro specifici Paesi, qualora le tensioni dovessero aumentare. L’incertezza maggiore riguarda la Fed. Probabilmente, l’interferenza politica aumenterà, ma i meccanismi di pesi e contrappesi – inclusa la Corte Suprema – rendono difficile una presa di controllo totale. Vediamo soltanto altri due tagli dei tassi entro il 2027. L’impatto globale Da quasi un decennio, Pechino si sta preparando a fronteggiare un ordine globale in frammentazione. La sua strategia di autosufficienza sta dando i suoi frutti, anche nei semiconduttori – un settore in cui la Cina è tradizionalmente dipendente dagli Stati Uniti. Sebbene i frutti di questo approccio politico lungimirante siano visibili sul fronte dell’offerta, con la manifattura cinese che si è chiaramente posizionata più in alto nelle catene del valore globali, la domanda interna rimane troppo debole. Pertanto, la dipendenza dalle esportazioni resta forte ed è una fonte di vulnerabilità. La tregua commerciale con Washington probabilmente durerà fino al prossimo autunno, ma Pechino non si tirerà indietro dal trasformare l’esportazione di materiali critici in un’arma negoziale in caso di necessità. Al tempo stesso, la corsa tecnologica con gli Stati Uniti si intensificherà, con la Cina che si concentrerà sulle applicazioni dell’IA e gli Stati Uniti su modelli fondativi di IA. L’Europa sta cercando di adattarsi all’ordine senza regole di Trump, che è guidato in modo esclusivo dagli interessi nazionali. Dopo annunci coraggiosi nel 2025 – il bazooka fiscale della Germania e le principali iniziative di difesa – il 2026 deve essere un anno di attuazione. La scossa di assestamento, che sarà meno intensa del sisma originale, potrebbe indebolire la determinazione dell’Europa ad affrontare nuove sfide a testa alta. Sembra quindi più probabile che prevarrà un approccio frammentario. Il prossimo anno potremmo, tuttavia, osservare l’emergere di “coalizioni di volontari” in aree chiave. Conseguenze sul mercato Per i mercati, la scossa di assestamento sarà meno destabilizzante rispetto alla scossa originale. Per questo motivo, la pressione sul dollaro statunitense potrebbe attenuarsi, anche se il suo futuro come bene rifugio appare meno scontato. Allo stesso modo, i rendimenti dei titoli di stato sui due lati dell’Atlantico sono destinati a registrare un lieve aumento fino al 2027. L’oro potrebbe ancora beneficiare dell'incertezza generata dal passaggio da un ordine globale all'altro. I mercati azionari mondiali sono destinati a rafforzarsi ulteriormente il prossimo anno. Nel complesso, la storia dell’IA rimane intatta. A nostro avviso, non esiste una bolla dell’IA, ma questo non significa che non ci siano rischi. Ma dobbiamo guardarli attraverso la giusta lente. I confronti con la bolla dot-com sono fuorvianti. I Mag-7 non sono start-up con idee di business entusiasmanti ma senza prodotti da vendere. Sono aziende mature, ricche di liquidità e che generano utili. Un paragone più appropriato è la mania ferroviaria della metà del XIX secolo in Gran Bretagna. All’epoca, l’eccessiva leva finanziaria e la sovracapacità avevano causato lo scoppio della bolla. L’area principale di vulnerabilità per il boom dell’IA è, infatti, la costruzione dell'infrastruttura della stessa IA, dove il rischio di sovrainvestimenti è elevato. Il primo anno di presidenza Trump 2.0 ha rappresentato la fase di rottura; quello che seguirà nel 2026 sarà probabilmente un aggiustamento piuttosto che un altro cambiamento tettonico.
La scossa di assestamento al Trump 2.0
Chief Editor ofThe Compass 2025
Edoardo Campanella
Quale mondo?
Ogni quattro anni, a ridosso delle elezioni presidenziali statunitensi, il National Intelligence Council (NIC) pubblica il rapporto Global Trends, un coraggioso lavoro di analisi prospettica per aiutare l'amministrazione entrante a immaginare come potrebbe presentarsi il mondo in un orizzonte di vent’anni. L'obiettivo del rapporto non è quello di fare previsioni come se si avesse la sfera di cristallo ma piuttosto di identificare le principali forze strutturali che plasmeranno il futuro. Il presidente eletto Donald Trump riceverà la nuova edizione del rapporto prima del giorno del suo insediamento, il 20 gennaio. Il rapporto esaminerà il mondo nel 2045. Nel 2008, quando Barack Obama diventò presidente, il NIC pubblicò il Global Trends 2025: Un mondo trasformato. Mentre il 2024 volge al termine, riteniamo che valga la pena riflettere su ciò che il NIC aveva previsto due decenni fa per avere un'idea di cosa ci potrebbe riservare il 2025. La previsione centrale era che "il sistema internazionale, così come strutturato dopo la seconda guerra mondiale, sarà pressoché irriconoscibile entro il 2025". L'ordine unipolare guidato dagli Stati Uniti sarebbe stato sostituito da un mondo multipolare: caotico, instabile e incline al conflitto. Il NIC ha avuto ragione sotto diversi aspetti: la Pax Americana si sta sgretolando. Stanno emergendo nuovi centri di potere, i conflitti militari sono in aumento e il mondo si sta dividendo lungo linee geopolitiche. Sembra imminente una seconda guerra fredda. Nel suo primo mandato Trump impresse un’accelerazione ad alcuni dei trend strutturali identificati dal NIC quasi un decennio prima. Voltò le spalle all'ordine liberale globale, abbracciando l'isolazionismo e il protezionismo. In definitiva, il Trump 1.0 fu una presidenza di rottura e discontinuità. Il Trump 2.0 influenzerà indubbiamente il 2025, ma questa volta Trump dovrebbe essere un presidente iscritto nella continuità. Che ci piaccia o no, viviamo già in un mondo ‘trumpiano’, caratterizzato da dilagante protezionismo, politiche industriali ad ampio raggio e tensioni geopolitiche crescenti. Durante il suo secondo mandato è probabile che Trump acceleri alcune di queste dinamiche mediante un esteso transazionalismo e unilateralismo. Tuttavia, rispetto al suo primo mandato, potrebbe anche essere un presidente moderato: questo, almeno, è il nostro auspicio. Il mondo di oggi è molto più pericoloso rispetto al 2016. Con due grandi conflitti in corso, in Ucraina e in Medio Oriente, e i rapporti sempre più tesi con la Cina, c'è meno spazio per errori di valutazione. Il Trump 2.0 sarà probabilmente una presidenza meno inflazionistica di quanto paventato da molti. Bisogna prendere le sue promesse elettorali seriamente, ma non alla lettera. Trump guarda al 2026 (elezioni di metà mandato) piuttosto che al 2028 (elezioni presidenziali). Se adottasse politiche troppo inflazionistiche, probabilmente nel 2026 si troverebbe a pagare il conto, perdendo il Congresso. Dopo alcune decisioni simboliche relative a dazi mirati, immigrazione e tasse nei primi mesi della sua presidenza, per dare seguito alle promesse elettorali, è probabile che cerchi di spostare l'attenzione dalle promesse economiche alle questioni identitarie. Alla luce delle incertezze e dei rischi associati all'agenda economica di Trump, è probabile che la Fed si mostri più cauta di quanto sarebbe stata in caso di vittoria di Kamala Harris. Probabilmente utilizzerà il primo semestre del prossimo anno per abbassare i tassi verso il 4%, quando non ci saranno ancora impatti visibili dalle politiche di Trump. Anche se Banca Centrale Europea e la Bank of England continueranno a muovere i tassi di interesse verso un territorio neutrale, una Fed meno accomodante potrebbe renderle più esitanti. Al pari delle banche centrali, il resto del mondo dovrà adattarsi ai cambiamenti e agli shock innescati dal ritorno di Trump alla Casa Bianca. L'UE dovrà decidere del suo futuro nel 2025: se fare un passo avanti e diventare una vera superpotenza geopolitica, con una strategia coerente a livello industriale e della difesa, oppure proseguire nella sua deriva in un mondo di blocchi contrapposti e di disimpegno degli Stati Uniti. Nel 2008 il NIC aveva giudicato quest'ultimo scenario come più probabile. Inoltre, l’Europa dovrà decidere se portare avanti le sue ambizioni climatiche nonostante un probabile passo indietro da parte dell’amministrazione Trump. Analogamente, la Cina dovrà decidere se aggiornare il proprio modello di crescita, ridimensionando esportazioni e investimenti a favore dei consumi privati. Con Trump alla Casa Bianca, il mondo sarà ancora meno disposto ad assorbire l'eccesso di capacità produttiva della Cina, in particolare per quanto riguarda veicoli elettrici, pannelli solari e batterie, e ciò potrebbe condurre a un'intensificazione delle attuali tensioni commerciali. Il rapporto NIC del 2008 citava appena l'intelligenza artificiale. All’epoca l'intelligenza artificiale era ancora una tecnologia nascente. Nel 2025 l'intelligenza artificiale continuerà a indirizzare i mercati azionari e potrebbe portare a stress di mercato a causa dell'elevata concentrazione dei titoli tecnologici. Data la centralità dei semiconduttori nello sviluppo dell'intelligenza artificiale, l'atteggiamento ambiguo di Trump riguardo alla difesa dello status di Taiwan potrebbe costituire un'altra fonte di volatilità per i titoli tecnologici. Nel suo rapporto del 2008, il NIC ignorò la rivoluzione dello shale oil negli Stati Uniti, che avrebbe rimodellato il mercato petrolifero circa cinque anni dopo. Il rapporto affermava che, entro il 2025, il mondo sarebbe entrato in un'economia post-petrolifera, poiché non si prevedeva che l'offerta tenesse il passo della domanda. In realtà, e nonostante l'aumento della domanda, il mercato petrolifero è in una fase di eccesso di offerta, che potrebbe essere acuita dal sostegno di Trump all'industria petrolifera statunitense. Tuttavia, lo spostamento globale verso l'elettrificazione sta riducendo l’utilizzo del petrolio a favore dei metalli. In caso di escalation delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina (che controlla un'ampia offerta di alcuni metalli chiave), nel 2025 potremmo assistere a un nuovo tipo di shock energetico, incentrato sui metalli anziché sul petrolio. Ciò che il NIC non aveva previsto nel 2008 era la polarizzazione della politica americana. Si tratta di una tendenza che verosimilmente perdurerà oltre il 2025.
Questa è una comunicazione di marketing La presente pubblicazione/video costituisce una comunicazione di marketing di UniCredit S.p.A., UniCredit Bank Austria AG, Schoellerbank AG e UniCredit Bank GmbH (di seguito congiuntamente “Gruppo UniCredit”) è indirizzata ad un pubblico indistinto e viene fornita gratuitamente a titolo meramente informativo. Essa non costituisce raccomandazione personalizzata all’investimento o attività di consulenza da parte del Gruppo UniCredit né, tantomeno, offerta al pubblico di alcun genere né un invito ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni fornite non sono da intendere come ricerca in materia di investimenti o come analisi finanziaria dal momento che, oltre a non avere i contenuti, non sono state preparate conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non sono soggette ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti. Il Gruppo UniCredit e le altre società del Gruppo UniCredit possono avere uno specifico interesse riguardo agli emittenti, agli strumenti finanziari indicati all’interno della pubblicazione. Le informative rilevanti sugli interessi e sulle posizioni ricoperte dal Gruppo UniCredit sono disponibili al seguente indirizzo: https://www.investmentinsights.unicredit.eu/conflictsofinterest-positiondisclosures. Eventuali stime e/o valutazioni contenute nella presente pubblicazione rappresentano l’opinione autonoma e indipendente del Gruppo UniCredit e, al pari di tutte le informazioni in essa riportate, sono date in buona fede sulla base dei dati disponibili alla data della pubblicazione, tratte da fonti attendibili, ma aventi valore puramente indicativo e suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione, sulla cui completezza, correttezza e veridicità il Gruppo UniCredit non rilascia alcuna garanzia e non assume alcuna responsabilità. Gli interessati dovranno pertanto effettuare le proprie valutazioni di investimento in modo del tutto autonomo e indipendente, facendo affidamento esclusivamente sulle proprie considerazioni delle condizioni di mercato e delle informazioni complessivamente disponibili, anche in coerenza con il proprio profilo di rischio e la propria situazione economica. Investire comporta dei rischi. Prima di qualunque investimento, prendere attenta visione della documentazione d’offerta relativa allo strumento finanziario oggetto dell’operazione. Si evidenzia inoltre che: 1. Le informazioni relative ai risultati passati di uno strumento finanziario, di un indice o di un servizio di investimento non sono indicative di risultati futuri. 2. Se l’investimento è denominato in una divisa diversa dalla divisa dell’investitore il valore dell’investimento può subire delle forti oscillazioni in funzione delle variazioni dei tassi di cambio e avere un effetto indesiderato sulla redditività dell’investimento. 3. Investimenti che offrono alti rendimenti possono subire delle forti oscillazioni in termini di prezzo a seguito di eventuali declassamenti del merito di credito. In caso di fallimento dell’emittente l’investitore può perdere l’intero capitale. 4. Investimenti ad alta volatilità possono essere soggetti ad improvvise e notevoli diminuzioni di valore, potendo generare rilevanti perdite al momento della vendita fino all’intero capitale investito. 5. In presenza di eventi straordinari può essere difficile per l’investitore vendere o liquidare taluni investimenti o ottenere informazioni attendibili sul loro valore. 6. Se le informazioni si riferiscono a uno specifico trattamento fiscale, si evidenzia che il trattamento fiscale dipende dalla situazione individuale del cliente e può essere soggetto a modifiche in futuro. 7. Se le informazioni si riferiscono a risultati futuri, si evidenzia che esse non costituiscono un indicatore affidabile di tali risultati. 8. La diversificazione non garantisce un profitto né protegge da perdite. Il Gruppo UniCredit non potrà in alcun modo essere ritenuto responsabile per fatti e/o danni che possano derivare a chiunque dall’utilizzo del presente documento, tra cui, a mero titolo esemplificativo, danni per perdite, mancato guadagno o risparmio non realizzato. I contenuti della pubblicazione – comprensivi di dati, notizie, informazioni, immagini, grafici, disegni, marchi e nomi a dominio – sono di proprietà del Gruppo UniCredit se non diversamente indicato, coperti da copyright e dalla normativa in materia di proprietà industriale. Non è concessa alcuna licenza né diritto d’uso e pertanto non è consentito riprodurne i contenuti, in tutto o in parte, su alcun supporto, copiarli, pubblicarli e utilizzarli a scopo commerciale senza preventiva autorizzazione scritta delle società del Gruppo UniCredit salva la possibilità di farne copia per uso esclusivamente personale. Le informazioni e i dati contenuti in questo documento sono aggiornati al 15 novembre 2024.
Inizio
L’economia globale mostrerà resilienza e capacita’ di adattamento nel 2026 Prevediamo che il PIL globale aumenti del 3,1% su base annua nel 2026 e del 3,2% nel 2027, dopo il 3,2% del 2025. Sebbene un maggiore protezionismo provocherà alcuni effetti negativi sulla domanda, il settore privato continua a mostrare una notevole capacità di adattamento. Ad esempio, le aziende europee hanno anticipato le esportazioni all’inizio del 2025, mentre quelle statunitensi hanno riorganizzato le loro catene di approvvigionamento per attenuare l’impatto dei dazi più alti. Inoltre, le aziende potrebbero abituarsi a una maggiore incertezza politica, il che ridurrebbe l’impatto negativo sull'economia globale. Sebbene il tasso di crescita tendenziale del commercio globale dei beni possa scendere al 2-3% in termini annuali, dal 4%, sarà compensato dall’accelerazione del commercio nei servizi. Una maggiore digitalizzazione e IA potrebbero accelerare il cambiamento della composizione del commercio globale verso i servizi. Nel frattempo, i governi hanno sovvenzionato la produzione di beni strategici come chip e batterie per ridurre la dipendenza dalla Cina. Questi sforzi attenueranno gli effetti negativi sulla domanda, ma aumenteranno anche i livelli del debito pubblico. Se gli investitori richiedessero rendimenti più alti per mantenere questo debito, le banche centrali potrebbero subire pressioni per ridurre i costi di indebitamento.
Economia USA: solida ma non omogenea Ci aspettiamo che l’economia statunitense registri una crescita solida il prossimo anno (2,1%) e nel 2027 (2,0%) grazie al sostegno fiscale, agli investimenti nell’IA, a un certo allentamento dell’incertezza politica e a condizioni finanziarie favorevoli. Il blocco delle attività amministrative peserà sulla crescita del PIL nel quarto trimestre 2025, ma questa perdita sarà probabilmente quasi completamente recuperata nel primo trimestre del 2026. La domanda principale per le prospettive è se il rischio maggiore sia la recente debolezza della crescita dell’occupazione o un’inflazione troppo alta. Noi sosteniamo la seconda ipotesi. L’attività economica statunitense è stata sorprendentemente resiliente nel 2025, nonostante dazi molto più alti e incertezze politiche, e in gran parte grazie ai forti investimenti in IA e consumi da parte delle famiglie a più alto reddito. Le famiglie a basso reddito sono sotto una certa pressione (la parte bassa della cosiddetta economia a forma di K), ma non ci aspettiamo che questo si diffonda. Le assunzioni sono rallentate notevolmente, anche se ciò è dovuto principalmente alla minore immigrazione e in parte all’impatto dell’aumento dell’incertezza economica e degli investimenti in IA sulla domanda di manodopera. Nella misura in cui una diminuzione delle assunzioni è dovuta a una minore immigrazione, questo non significa che vi sia della capacità inutilizzata. Ci aspettiamo che l’aumento dell’incertezza economica si attenui in parte, o almeno che le imprese si abituino all’incertezza. Le assunzioni dovrebbero aumentare, ma con una elasticità rispetto all’occupazionale inferiore rispetto alla relazione storica. Il tasso di disoccupazione potrebbe aumentare, ma probabilmente non di molto. Le misure dell’inflazione sottostante sono attualmente intorno al 3%, e ci aspettiamo che l’inflazione “core” raggiunga il picco del 3,5% nei prossimi sei mesi. La trasmissione dei dazi probabilmente ha ancora margine di sviluppo, man mano che le scorte accumulate in seguito all’anticipo delle importazioni saranno smaltite e l’incertezza relativa ai dazi (che aveva portato alcune aziende ad aspettare prima di trasferire i dazi sui prezzi) si allenterà. Gli indicatori di inflazione non legata ai servizi abitativi sono aumentati di recente e le misure delle aspettative di inflazione a breve termine rimangono elevate. L’impatto dei dazi dovrebbe svanire dalla seconda metà del prossimo anno, anche se ci aspettiamo che l’inflazione rimanga sopra l’obiettivo delle Fed fino al 2027.
Cina: niente riequilibrio Manteniamo una prospettiva di crescita cauta per la Cina, prevedendo una crescita del 4,1% nel 2026 e del 3,8% nel 2027 (2025: 5,0%). La decelerazione riflette una confluenza di venti contrari interni ed esterni che difficilmente si attenueranno in fretta. La correzione del mercato immobiliare continua a erodere la ricchezza e la fiducia delle famiglie, mentre l’elevato indebitamento delle imprese sviluppatrici (developers) nel settore immobiliare frena l’avvio di nuovi cantieri. I consumatori rimangono cauti, dando priorità ai risparmi precauzionali in un contesto caratterizzato da insicurezza lavorativa e pressione demografica. Lo stimolo della politica fiscale probabilmente rimarrà circoscritto e troppo modesto per innescare un riequilibrio significativo verso il consumo delle famiglie. Al contrario, è probabile che la Cina continui a basarsi sul suo modello di crescita consolidato: investimenti fortemente sovvenzionati in settori strategici e esportazioni per assorbire la capacità industriale. Inoltre, il “nazionalismo tecnologico” probabilmente avrà un ruolo di rilievo nel prossimo Piano Quinquennale che sarà formalizzato la prossima primavera, ossia un ulteriore potenziamento del settore manifatturiero e il perseguimento di progressi nei semiconduttori e in altre tecnologie fondamentali. Poiché i rigidi dazi statunitensi manterranno la pressione sulle esportazioni, le aziende cinesi probabilmente dirotteranno le esportazioni dagli Stati Uniti verso l’Europa. Con una dinamica dei prezzi deboli, ci aspettiamo che il PBoC allenti ulteriormente la politica monetaria attraverso tagli misurati ai tassi, operazioni di liquidità e credito diretto.
L’Eurozona mostra resilienza, con la politica fiscale pronta a sostenere l’economia L’economia dell’area euro ha resistito alla tempesta dei dazi meglio del previsto. La fiducia delle imprese si mantiene ragionevolmente solida, nonostante la continua alta volatilità delle esportazioni verso gli Stati Uniti. La domanda interna rimane su una traiettoria di crescita lenta ma positiva, e il rischio di brusco deterioramento del mercato del lavoro è ancora contenuto. L’attuale resilienza economica non dovrebbe, tuttavia, essere data per scontata. Un basso tasso di investimento delle imprese indica che le imprese dell’eurozona sono riluttanti a intraprendere nuovi progetti, mentre le famiglie continuano ad aumentare i risparmi precauzionali, partendo da livelli già elevati. In questo contesto, la politica fiscale dovrà svolgere un ruolo decisivo. Abbiamo assunto che gli investimenti Next Generation EU (NGEU) procederanno a pieno ritmo prima della scadenza del programma alla fine del 2026, mentre il sostegno derivante dai programmi della Germania per infrastrutture e difesa si manifesterà solo gradualmente, a causa di difficoltà di attuazione e colli di bottiglia. L’impulso alla crescita proveniente dal piano paneuropeo di riarmo sarà probabilmente limitato e concentrato nella parte finale del periodo. Le famiglie rimarranno probabilmente caute e il tasso di crescita dei consumi privati deludente. A seguito di una crescita lenta all’inizio dell’anno, prevediamo una graduale riaccelerazione dell’attività economica nel corso del 2026, sostenuta dalla politica fiscale, dalla riduzione dell’incertezza legata ai dazi e dall’effetto ritardato dei tagli ai tassi della BCE. In termini di media annua, il PIL dovrebbe aumentare dell’1,0% nel 2026 e dell’1,4% nel 2027. A livello nazionale, prevediamo una crescita dello 0,9% in Germania (1,2% in termini non aggiustati per i lavorativi) il prossimo anno, seguita da un solido 1,8% nel 2027 (in termini non-aggiustati: 1,9%). In Francia prevediamo una crescita dello 0,9% per il 2026 e dell’1,1% per il 2027, mentre per l’Italia prevediamo una crescita dello 0,6% e dello 0,8% rispettivamente. Le prospettive sui prezzi sono favorevoli. L’inflazione probabilmente si stabilizzerà leggermente sotto il 2% nel 2026-27, mentre l’inflazione core riprenderà una traiettoria al ribasso e scenderà sotto il 2% man mano che la crescita salariale continua a rallentare. La pressione sull’inflazione core potrebbe toccare il minimo verso la fine del 2026 o all’inizio del 2027.
CEE: la crescita potrebbe accelerare nonostante i persistenti rischi fiscali La crescita economica nella CEE è destinata ad accelerare nella maggior parte dei paesi nel 2026, trainata dalla ripresa della domanda esterna e da più forti investimenti, supportati da un maggiore assorbimento dei fondi UE. Il consumo rimane il principale motore di crescita, sostenuto da un mercato del lavoro serrato e da una crescita positiva, nonostante una moderazione della crescita reale dei salari (ad eccezione della Romania). La crescita del PIL può variare tra il 2,0% e il 3,3%, con Romania e Slovacchia meno performanti a causa del consolidamento fiscale. I rischi fiscali legati agli sviluppi politici saranno al centro dell’attenzione in Ungheria, Polonia, Romania e potenzialmente Repubblica Ceca. L’inflazione dovrebbe rimanere entro gli intervalli-obiettivo, tranne che in Ungheria e Romania, anche se le misure fiscali e regolamentari comportano rischi al rialzo. Le banche centrali probabilmente rimarranno caute, con margini per ulteriori tagli dei tassi il prossimo anno, principalmente in Polonia, Romania e Serbia. Nel 2027, il termine del Recovery and Resilience Facility (RRF) ridurrà gli afflussi di fondi UE, ma una domanda esterna più forte, generata dallo stimolo fiscale tedesco, dovrebbe contribuire a mantenere la crescita del PIL tra il 2,0% e il 3,0%. La Slovacchia probabilmente continuerà a performare più debolmente a causa del consolidamento fiscale. L’inflazione potrebbe rimanere coerente con l’obiettivo e ci aspettiamo che la maggior parte delle banche centrali mantenga stabili i tassi di interesse, tranne in Ungheria e Romania, dove vediamo margini di riduzione. Politicamente, l’attenzione si sposterà sulle elezioni in Bulgaria, Slovacchia e Polonia.
GLOBALe
stati uniti
CINA
EUROZONA
CEE
BANCHE CENTRALI
Idee macro
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Source: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy
MONETARY POLICY RATE EXPECTED IN THE NEXT 12 MONTHS
Source: XXXXXXX
GOVERNMENT BONDS CHART 2
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Fonte: PIIE, UniCredit Group Investment StrategyPeriodo di osservazione: 2018-2023
NUOVI DAZI IN CANTIERE USA-Cina: aliquote sui dazi reciproche e verso il resto del mondo, %
Source: XXXXXX
FX CHART 2
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Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: febbraio 2013-febbraio 2024
I DAZI PORTANO ALLA DIVERSIONE DEGLI SCAMBI Importazioni di soia cinesi (mn/tonnellate, 12M cumulati)
Fonte: BLS, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: luglio 1992-luglio 2024
I CONSUMATORI CINESI SONO PESSIMISTI
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Fonte: Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: 1999-2026
AMPIO DIVARIO DI CRESCITA TRA STATI UNITI ED EUROZONA Crescita annuale del PIL, %
Fonte: Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: 2023
GLI STATI UNITI SONO IL PRINCIPALE MERCATO DI ESPORTAZIONE DI EUROZONA (% delle esportazioni di beni extra-Eurozona)
Source: XXXXXXXX
FX CHART 1
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: dicembre 2022-dicembre 2026
L’ALLENTAMENTO MONETARIO PROSEGUIRÀ NELLA MAGGIOR PARTE DELLE GIURISDIZIONI Tassi di politica monetaria, %
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2026: un anno di aggiustamento geoeconomico, non di sconvolgimenti
Fonte: US Bureau of Economic Analysis (BEA), The Investment Institute di UniCredit
BOOM DEGLI INVESTIMENTI IA NEGLI STATI UNITI INVESTIMENTi NELLE IMPRESE USA in termini reali (% ANNUA)
Fonte: Ministero federale delle finanze, The Investment Institute di UniCredit. Nota: L’ammontare della spesa in difesa per il 2025 esclude 26 miliardi di euro provenienti dal bilancio ombra del 2022.
la spesa pubblica aumenterà fortemente Spesa del governo federale (miliardi di euro)
Fonte: Ufficio Nazionale di Statistica della Cina, The Investment Institute di UniCredit
rallentamento strutturale della crescita in Cina PIL reale (% su base annua)
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BCE in pausa Ci aspettiamo che la BCE mantenga il tasso di deposito al 2% per un periodo prolungato. Nel primo semestre 2026, i rischi rimangono orientati a un ulteriore taglio in un contesto di crescita ancora debole e inflazione sotto l’obiettivo. Un progressivo rafforzamento dell’attività economica porterà a un cambiamento nell’equilibrio dei rischi legati alle prospettive di inflazione dell’Eurozona nel medio termine. Abbiamo previsto un aumento del tasso di 25 punti base alla fine del 2027, con l’idea che i tassi potrebbero spostarsi dal punto medio dell’intervallo neutro della BCE (attualmente 2%) al limite superiore di questo intervallo (2,5%) entro il 2028. Sul fronte delle politiche di bilancio, prevediamo che il QT prosegua al ritmo attuale per tutto il 2026, dopo di che le condizioni di liquidità potrebbero generare una maggiore volatilità nei tassi del mercato monetario.
I tagli della Fed sono limitati dalle prospettive macroeconomicheCi aspettiamo che la Fed mantenga i tassi stabili per sei mesi, poi che li riduca di 25 punti base nel giugno 2026 e nel quarto trimestre 2026 al 3,25-3,50%, mantenendoli stabili nel 2027. L’alta inflazione core e una crescita solida indicano che non ci sono motivi macroeconomici a favore di un taglio dei tassi. Abbiamo assunto un impatto modesto derivante dall’interferenza politica sulla politica della Fed. Il mandato di Jerome Powell come presidente scade a maggio 2026 e il presidente ha un ruolo sproporzionato nell’influenzare le deliberazioni. Non abbiamo assunto che Trump ottenga il controllo de facto della Fed, poiché ciò richiederebbe una sequenza di “se”; ad esempio, se a gennaio 2026 la Corte Suprema decidesse che il governatore Cook può essere licenziato, e se a febbraio la maggioranza del Consiglio della Fed si rifiutasse di nominare presidenti regionali della Fed non allineati con Trump. Come abbiamo discusso nel nostro Short View – L’impatto economico e di mercato di una Fed politica, un completa politicizzazione della Fed porterebbe a un allentamento monetario aggressivo, un dollaro più debole, rendimenti a breve termine più bassi e un premio a termine significativamente più alto a causa di un’impennata delle aspettative di inflazione. Pensiamo che il tasso di interesse di equilibrio a lungo termine sia intorno al 3,5%.
Banca del Giappone (BOJ) che ritorna ad alzare i tassi, ma sempre gradualmenteI rendimenti a lungo termine giapponesi sono saliti e lo yen si è indebolito a causa dei timori di una crisi finanziaria in Giappone dopo l’annuncio del nuovo piano fiscale. Pensiamo che queste preoccupazioni siano probabilmente esagerate. Il debito giapponese è quasi interamente detenuto all’interno del Paese, riflettendo uno dei tassi di risparmio privato più alti al mondo. Eppure, la Banca del Giappone (BoJ) si trova ad affrontare due pressioni opposte, una che proviene dall’economia reale e un’altra legata ai possibili tentativi da parte del nuovo governo di ritardare o rallentare il ritmo dei nuovi aumenti del costo del denaro. L’inflazione in Giappone ha ormai raggiunto il 3% rispetto all’obiettivo del 2% della banca centrale. Questo, insieme alla pressione sui salari, rende i tassi reali nipponici troppo bassi, e richiede, quindi, una politica monetaria più restrittiva. Il governatore del Banca del Giappone Kazuo Ueda è stato, tuttavia, finora vago sui tempi delle prossime mosse, probabilmente in attesa delle decisioni del nuovo primo ministro Sanae Takaichi, che è a favore di politiche fiscali e monetarie più accomodanti. Ci aspettiamo che la Banca del Giappone aumenti il tasso obiettivo dallo 0,50% attuale all’1,00% nel 2026 (questo livello è considerato il minimo per il “tasso naturale” in Giappone) e, con ogni probabilità, fino all’1,25% entro l’inizio / metà del 2027.
La BoE taglierà di più di quanto i mercati si aspettinoCi aspettiamo che la Banca d’Inghilterra ridurrà il tasso bancario di 25 punti base a dicembre al 3,75%, seguito da un taglio di 25 punti base per trimestre fino al 2026 al 2,75%. La politica fiscale restrittiva, il deterioramento del mercato del lavoro e gli effetti di base negativi sull’inflazione dovrebbero portare l’inflazione a scendere intorno al 2% il prossimo anno, permettendo alla BoE di continuare a tagliare il tasso bancario. Vediamo i tassi stabili nel 2027 al 2,75%, un livello che riteniamo generalmente neutro dato il basso aumento della produttività nel Regno Unito e i segnali di risparmi precauzionali strutturalmente più elevati da parte delle famiglie.
BCE
FED
BOJ
BoE
Source: US Bureau of Economic Analysis (BEA), The Investment Institute by UniCredit
US AI INVESTMENT BOOM US REAL BUSINESS INVESTMENT (% YOY)
Source: Federal finance ministry, The Investment Institute by UniCredit Note: 2025 defence figure excludes EUR 26bn from 2022 shadow budget.
PUBLIC SPENDING TO RISE STRONGLY SPENDING OF FEDERAL GOVERNMENT (EUR BN)
Source: China Bureau of National Statistics, The Investment Institute by UniCredit
STRUCTURAL GROWTH SLOWDOWN IN CHINA REAL GDP, IN % YOY
COMMODITIES CHART 1
SHINY PERFORMANCE OF GOLD THIS YEAR
I mercati globali cominceranno il 2026 con una crescita moderata, ma il quadro inflazionistico incerto lascia ai banchieri centrali ridotti margini di errore. Le trasformazioni strutturali – come i dazi, il contesto geopolitico frammentato e il lento riassetto delle catene di approvvigionamento – sono ormai caratteristiche permanenti dell’economia globale, con cui i mercati devono confrontarsi, più che semplici fattori transitori.
MERCATI GLOBALI
In questo scenario, l’azionario mantiene un potenziale di rialzo. Gli Stati Uniti saranno probabilmente i protagonisti, grazie alla migliore produttività legata all’intelligenza artificiale e agli investimenti statali che dovrebbero supportare gli utili societari. Le prospettive europee poggiano su spese per difesa e infrastrutture, ma la domanda debole e la lenta adozione tecnologica frenano lo slancio. I mercati emergenti appaiono solidi, sostenuti da fattori demografici e dallo spostamento delle attività produttive, benché la volatilità delle materie prime e i rischi di rifinanziamento continuino a rappresentare delle criticità.
REDDITO FISSO
Il reddito fisso affronta un contesto più complesso. L’offerta di obbligazioni governative sarà significativa, mentre le banche centrali allenteranno solo gradualmente la loro politica monetaria, mantenendo i rendimenti elevati. Le strategie di carry sono destinate a prevalere, ma il rischio di duration è tornato. Il mercato del credito societario europeo dovrebbe rimanere in buono stato, ma la fase di recupero del ciclo del credito – caratterizzata da leva crescente e maggiori emissioni – suggerisce che la performance dipenderà dal carry più che da ulteriori compressioni degli spread.
MERCATI VALUTARI
Per quanto riguarda i mercati valutari, il processo di de-dollarizzazione continuerà a pesare sul dollaro, seppur in modo graduale. Permane l'incertezza sulle politiche di Trump, che potrebbe preferire una valuta competitiva in vista delle elezioni di medio termine statunitensi del prossimo novembre.
AZIONARIO
POLICY RATES AND THEIR IMPACT ON LONGER-DATED YIELDS
BTP OUTPERFORMANCE VS. OATS
CORPORATE BONDS CHART 1
CREDIT CYCLE INDICATOR EUROPE
STOCKS CHART 2
STRONG US EARNINGS GROWTH TO CONTINUE
Idee di mercato
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment StrategyDati settimanali dal 15 novembre 2019 al 15 novembre 2024.
TASSI UFFICIALI E LORO IMPATTO SUI RENDIMENTI A PIÙ LUNGO TERMINE
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati settimanali dal 20 novembre 2004 al 15 novembre 2024.
SOVRAPERFORMANCE BTP VS. OAT Differenziale tra decennale BTP e OAT
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati mensili da dicembre 2004 a settembre 2024.
CICLO DEL CREDITO IN RIPRESA PER SOSTENERE IL CREDITO DI EUROZONA
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati annuali dal 2020 al 2024.
Obbligazioni ESG in circolazione a livello mondiale Obbligazioni ESG nel mondo (USD bn)
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati giornalieri dal 1 gennaio 2019 al 15 novembre 2024.
NEGLI STATI UNITI PROSEGUIRÀ UNA SOLIDA CRESCITA DEGLI UTILI Stima a 12 mesi degli EPS
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati giornalieri dal 1 gennaio 2018 al 15 novembre 2024.
LE VALUTAZIONI STATUNITENSI SONO ELEVATE MA NON ECCESSIVE Rapporto P/E
Fonte: Agenzia Internazionale dell’Energia, UniCredit Group Investment StrategyDati trimestrali dal 1 trimestre 2021 al 4 trimestre 2025.
MERCATO PETROLIFERO IN SITUAZIONE DI ECCESSO DI CAPACITÀ mb/d
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Dati giornalieri dal 4 gennaio 2006 al 15 novembre 2024.
LA BRILLANTE PERFORMANCE DELL’ORO QUEST’ANNO
UN AMPIO SPREAD TREASURY-BUND DOVREBBE TENERE SOTTO CONTROLLO IL CAMBIO EUR-USD
*La somma dei cambi è del 200%. Fonte: Bloomberg, Banca dei Regolamenti Internazionali, FMI, SWIFT e UniCredit Group Investment StrategyPeriodo di osservazione: 2023-2024
IL DOLLARO USA NON HA RIVALI AL MOMENTO
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Cauto ottimismo: appetito per il rischio alle prese con le sfide geopolitiche
Fonte: LSEG Datastream, I/B/E/S, The Investment Institute di UniCredit
stime degli utili a 12 mesi attese in rialzo a doppia cifra nel 2026 STIME DEGLI UTILI A 12 MESI E PROIEZIONI per FINE 2026
Fonte: Bloomberg, The Investment Institute di UniCredit
curve ust e bund moderatamente più ripide Tassi delle banche centrali, rendimenti dei titoli di stato e le nostre previsioni (%)
Fonte: Banca popolare cinese, The Investment Institute di UniCredit
TRANSAZIONI DIGITALI IN YUAN mld di CNY
Source: LSEG Datastream, I/B/E/S, The Investment Institute by UniCredit
12M FWD. EPS ESTIMATES EXPECTED TO RISE BY DOUBLE DIGITS IN 2026 12M FORWARD EARNINGS ESTIMATES AND THEIR 2026 YEAR-END EPS PROJECTIONS
Source: Bloomberg, The Investment Institute by UniCredit
UST AND BUND CURVES TO BEAR-STEEPEN MODERATELY CENTRAL BANK RATES, GOVERNMENT BOND YIELDS AND OUR FORECASTS (%)
Source: People’s Bank of China, The Investment Institute by UniCredit
VOLUME OF DIGITAL-YUAN TRANSACTIONS CNY BN
Aumento degli investimenti in IA: stiamo ignorando i rischi? L’IA è stata la forza dominante nei mercati azionari dalla fine del 2022. Le azioni tecnologiche legate all’IA rappresentano circa tre quarti dei rendimenti dello S&P 500 in questo periodo, e circa un terzo della capitalizzazione di mercato dell’indice è ora legata a temi di IA. Questa concentrazione riflette una straordinaria fiducia degli investitori, ma crea anche vulnerabilità strutturali. Platforms face monetization challenges as adoption outpaces proven revenue models, while commoditization risks narrow differentiation. At the application layer, the race for breakthrough use cases is still in its early stages, but the potential for transformative productivity gains and new business models is significant. History suggests that even periods of overinvestment often accelerate cost declines and adoption, reinforcing our constructive view that AI will reshape industries and deliver durable growth, with near-term volatility likely giving way to broad-based innovation.
AI large-cap index is well supported by underlying earnings growth
Geoeconomia
IA
Source: BNEF, UniCredit Group Investment Strategy
Chinese car producers in the passing lane Global passenger EV sales (in mn), by market/region of automaker headquarter
Il dilemma europeo delle materie prime critiche L’Europa si trova di fronte a un dilemma strategico: l’elevata domanda di materie prime critiche si scontra con risorse domestiche limitate e con una capacità di lavorazione insufficiente, generando vulnerabilità nella transizione verde e nella resilienza industriale. I Paesi BRICS+, guidati dalla Cina, dominano l’estrazione e la raffinazione globale di questi minerali, grazie a decenni di investimenti e al controllo delle catene di fornitura. Il Critical Raw Materials Act dell’UE e le iniziative correlate mirano a ridurre questa dipendenza, sostenute da ingenti investimenti e accordi commerciali. Tuttavia, vincoli strutturali e lunghi tempi di sviluppo indicano che l’Europa rimarrà esposta per anni a shock dell’offerta e tensioni geoeconomiche, con implicazioni per competitività e sicurezza. Per gli investitori, monitorare la diplomazia commerciale europea, i progetti strategici e le catene di approvvigionamento sarà fondamentale, poiché questi fattori definiranno rischi e opportunità.
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Top stories del 2026
Note: CBO public debt figures refer only to gross federal debt held by the public, excluding debt held by federal trust funds and other government accounts. Source: Congressional Budget Office, Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy, observation period: 1999-2026
US PUBLIC DEBT IS AT RECORD-HIGH LEVELS debito pubblico (% of PIL)
Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: 1 gennaio 2019-15 novembre 2024
L’INDICE AI LARGE CAP È BEN SUPPORTATO DALLA CRESCITA DEGLI UTILI SOTTOSTANTI
Fonte: BNEF, Bundesbank, UniCredit Group Investment Strategy
GRAFICO 5.2: PRODUTTORI CINESI DI AUTO IN CORSIA DI SORPASSO Vendite globali di elettroveicoli (in mn), per mercato/regione della sede delle case automobilistiche
Clicca sulla croce per chiudere il graifco.
Nota: I dati sul debito pubblico del CBO si riferiscono al solo debito federale lordo detenuto dal pubblico, escluso il debito detenuto da fondi fiduciari federali e altri conti governativi. Fonte: Ufficio di Bilancio del Congresso (CBO), Eurostat, UniCredit Group Investment Strategy Periodo di osservazione: 1999-2026
DEBITO PUBBLICO DEGLI STATI UNITI A LIVELLI RECORD Debito pubblico (% of PIL)
Fonti: UE, US Geological Survey, The Investment Institute di UniCredit
LA PRODUZIONE Dei principali MINERALI STRATEGICI è ALTAMENTE CONCENTRATA QUOTA DELLA PRODUZIONE MINERARIA CLASSIFICATA COME SRM SECONDO LA DEFINIZIONE UE
LA TECNOLOGIA TORNA A ESSERE AD ALTA INTENSITÀ DI CAPITALE RAPPORTO investimenti/ricavi: Microsoft, Apple, Google, Amazon, Meta e Oracle
Source: EU, US Geological Survey, The Investment Institute by UniCredit
PRODUCTION OF KEY STRATEGIC MINERALS IS HIGHLY CONCENTRATED SHARE OF MINERAL MINING PRODUCTION CLASSIFIED AS SRM BY THE EU
TECHNOLOGY IS CAPITAL-INTENSVE AGAIN CAPEX RATIO: MICROSOFT, APPLE, GOOGLE, AMAZON, META AND ORACLE
In un contesto di stabilizzazione delle condizioni macroeconomiche, l’allocazione dovrebbe puntare alla resilienza e alla selettività. Vediamo margini per aggiustamenti dove fondamentali e valutazioni si allineano. Il cambiamento più significativo riguarda le azioni dei mercati emergenti: mentre confermiamo la nostra visione neutrale sulle azioni globali, modifichiamo la nostra posizione da neutrale a sovrappeso, con l’obiettivo di aumentare la diversificazione nel settore tecnologico e incrementare l’esposizione alle valute asiatiche. Valutazioni attraenti, prospettive di crescita e utili relativamente forti, così come tendenze di liquidità favorevoli, potrebbero offrire agli investitori un punto di ingresso favorevole. Diversi elementi strutturali in Asia e in altri Paesi emergenti corroborano tale scelta. Per quanto riguarda il reddito fisso, manteniamo una posizione neutrale e manteniamo la nostra raccomandazione di sovrappeso per il debito dei Paesi emergenti. Malgrado la persistente volatilità, questi titoli continuano a essere interessanti per il carry e la diversificazione e sono supportati da fondamentali relativamente solidi e dall’allentamento dell’inflazione in diverse economie. Confermiamo la nostra posizione cauta sui titoli di Stato americani ed europei, dal momento che per i mercati obbligazionari dei Paesi sviluppati il rapporto rischio-rendimento non è particolarmente favorevole, soprattutto sulla parte lunga della curva, a causa dell'espansione fiscale. In sintesi, non stiamo considerando drastiche modifiche al nostro portafoglio. Stiamo puntando, invece, su aree con forte potenziale di recupero nel breve termine e crescita solida nel lungo periodo (mercati azionari e obbligazionari dei Paesi emergenti), preservando la diversificazione del nostro portafogli. La nostra allocazione sarà, in linea con i precedenti anni, improntata alla qualità: continuiamo a preferire aziende ed emittenti con bilanci solidi, flussi di cassa resilienti e solidi livelli di governance. Questo approccio garantisce una gestione prudente del rischio in un momento in cui sorprese politiche o tensioni geoeconomiche potrebbero ancora turbare i mercati. Alla luce di questo, manteniamo la nostra posizione cauta sul dollaro rispetto all'EUR.
Idee di investimento
ITALIANO
1 Mercati sviluppati: Australia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Singapore
Allocazione degli asset La nostra visione degli investimenti sulle classi di attività
Sfruttare le opportunità senza perdere il bilanciamento
1 Developed Markets: Australia, Japan, Hong Kong, New Zealand, Singapore
asset allocation Our investment view on asset classes
With macro conditions signalling stabilisation, asset allocation should reflect both resilience and selectivity. We see room for adjustments where fundamentals and valuations align. The most notable change is in emerging market (EM) equities: we upgrade our stance from neutral to overweight, as we aim to increase diversification in the technology sector and add exposure to Asian currencies while maintaining a neutral view on global equities. Attractive valuations, relatively strong growth and earnings prospects as well as supportive liquidity trends could offer investors a favourable entry point. Structural tailwinds in Asia and selective EM regions reinforce this view. In fixed income, we maintain a neutral position on global bonds but keep our overweight recommendation for EM debt. Despite lingering volatility, EM bonds continue to offer appealing carry and diversification benefits, supported by relatively sound fundamentals and easing inflation in several economies. We confirm our cautious stance on USTs and EGBs, as developed fixed-income markets present an unfavourable risk-return balance at the long end of the curves due to fiscal expansion. Overall, we are not advocating wholesale portfolio shifts. Instead, we lean into areas that combine near-term recovery potential with long-term growth drivers – EM equities and EM debt – while preserving diversification discipline across other asset classes. Importantly, our positioning continues to reflect a quality bias: we favour companies and issuers with robust balance sheets, resilient cash flows and strong governance standards. This approach ensures prudent risk management at a time when policy surprises or geoeconomic tensions could still unsettle markets. On the back of the above, we retain our cautious stance on the USD vs. the EUR.
Leaning into opportunity while preserving balance